All’interno dell’area protetta convivono differenti situazioni: demanio statale, demanio regionale, boschi comunali, boschi soggetti ad uso civico, boschi privati. Il fatto che la maggior parte dei boschi del Parco sia inserita nelle Riserve Statali istituite negli anni ’70 e sia gestita dall’ex Asfd secondo criteri molto conservativi costituisce per l’area protetta un notevole punto di forza.
Il Piano indica quale strategia complessiva per i boschi demaniali l’effettuazione di conversioni e tagli colturali solo in aree localizzate di non difficile accesso. Per la parte restante si suggerisce, quale norma generale, l’abbandono all’evoluzione naturale. Quanto ai boschi privati, che costituiscono una componente minoritaria, il Piano riconosce che rappresentano una importante fonte integrativa di reddito per le popolazioni che abitano il settore meridionale del Parco e ne ritiene necessario un Piano di riassetto.