Ma è proprio vero che?

Sul Parco, su ciò che vi si può fare o è vietato, esistono molti luoghi comuni, spesso privi di ogni fondamento. Questo genere di notizie si trasmette spesso con il “passa parola”: strumento ideale per amplificare a dismisura fatti insignificanti o, in alcuni casi, distorcere totalmente le informazioni. A volte (ma non sempre!) non c’è alcun intento malevolo in tutto ciò, solo disinformazione ed una certa leggerezza nel parlare o nel giudicare norme o atti di cui si sa poco o nulla.
In questa pagina abbiamo quindi riassunto le più frequenti domande sul Parco e i suoi regolamenti, per fornire informazioni chiare e sfatare alcuni dei più diffusi ed errati luoghi comuni.


“Nel Parco si può tagliare la legna?”
“Sì”

Il Parco ha completato il progetto speciale “Selvicoltura e riassetto forestale”, che ha individuato tutti i “tipi di bosco” presenti e stabilisce, zona per zona, quanti e quali interventi di taglio sono necessari per conservare al meglio la foresta e renderla produttiva.
Nei boschi di produzione sottoposti a pianificazione forestale sono consentite le utilizzazioni previste dai vigenti piani di assestamento (esattamente come all’esterno del Parco). Nei boschi privati continuano le consuete forme di taglio, ferme restando le “Prescrizioni di massima e di Polizia forestale”, in pratica ci sono le stesse regole previste per i boschi all’esterno del Parco!
Quindi occorre fare una domanda di autorizzazione che viene evasa in tempi brevissimi. Il Parco e la Forestale svolgono il proprio lavoro con la massima celerità, esprimendo il parere di competenza entro 60 giorni.
Per il fabbisogno familiare di legna da ardere non è richiesta alcuna formalità
Per i tagli di bosco ceduo fino a 2,5 ettari e di fustaia fino a 100 mc è sufficiente inoltrare, come accade anche nelle aree esterne al Parco, una domanda di autorizzazione.
Per utilizzi superiori è necessaria la presentazione di un progetto di taglio.

“Nel Parco si può coltivare?”
“Sì”

Il Piano per il Parco dà un grande rilievo alle attività di alpeggio in malga e non solo consente, ma favorisce l’utilizzo dei pascoli montani. La significativa mole d’investimenti realizzati all’interno delle malghe del parco (oltre 2 milioni di Euro) per rendere più confortevole la permanenza in montagna dei malgari e adeguare alle norme sanitarie vigenti la lavorazione del latte, testimoniano nel concreto l’impegno e l’interesse del Parco a favorire e potenziare l’attività di questo settore produttivo. (guarda ad esempio il progetto Recupero malghe).

“Nel Parco si può andare a funghi?”
“Sì, ma possono farlo solo i residenti, i proprietari e chi è nato qui”

La raccolta di funghi, erbe medicinali, e frutti di bosco al di fuori delle riserve integrali e delle riserve generali orientate è concessa a tutti i residenti, ai proprietari di beni immobili (e ai conduttori) e agli originari dei comuni del Parco. Per la raccolta funghi le regole da rispettare sono le vigenti normative della Regione Veneto ed i regolamenti stilati dalle Comunità Montane.

“E’ vero che se hai una casera nel Parco non la puoi più toccare e va in rovina?”
“No”

Il Parco favorisce il recupero e la manutenzione degli edifici di interesse storico e culturale, che concorrono a mantenere l’identità dei luoghi, avendo cura che vengano rispettate le tipologie tradizionali (con l’utilizzo di materiali conseguenti). In particolare per gli edifici ad uso agricolo, pastorale e forestale il Piano del Parco prevede il miglioramento funzionale e l’adeguamento igienico in attuazione alle norme comunitarie. Favorisce inoltre il recupero di edifici allo scopo di migliorare la ricettività turistica nel Parco e nelle zone limitrofe.
In alcuni casi specifici il Parco può contribuire a realizzare restauri e recuperi di particolare pregio, eseguiti con tecniche tradizionali che consentono una riqualificazione del patrimonio edilizio e quindi del territorio.

“Ci sono zone del Parco con accesso regolamentato?”
“Sì, sono le riserve integrali”

In alcune porzioni molto limitate del territorio (le riserve integrali e le riserve generali orientate di tipo B2) è consentito l’accesso solo utilizzando percorsi già esistenti (sentieri); nel resto del Parco l’escursionista può muoversi in assoluta libertà. Gli unici divieti sono relativi alla pratica del torrentismo ed al transito delle mountain bike al di fuori delle strade silvo-pastorali. L’attività speleologica è consentita solo per motivi di studio e va concordata col Parco. L’equitazione è consentita su gran parte del territorio escluse le zone più sensibili già citate.>>>

“E’ vero che il Parco può espropriare i privati?”
“No”

Una delle dicerie più diffuse è quella secondo cui nel Parco non sei più “paron sul tuo”.
Questo è falso, dato che l’istituzione di un Parco non modifica in alcun modo i titoli di proprietà e non comporta espropri. Dei 32.000 ettari del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi circa la metà è demaniale (perché era stato acquistato dallo Stato 20 anni prima della nascita del Parco!), l’altra metà è costituita da proprietà comunali o private. L’Ente Parco ha, negli anni, acquistato diverse proprietà sia pubbliche sia private.
Il Parco può, se il proprietario lo vuole, acquistare dei terreni, ma certamente non espropriarli. Esiste un “diritto di prelazione” per le zone A e B. Ovvero quando un cittadino decide di vendere lo comunica al Parco che, se ritiene, lo acquista al prezzo richiesto dal proprietario (stiamo parlando delle crode e delle praterie in quota!).

“E’ vero che il Parco “mola le vipere”?
“No, naturalmente!”

A molti una domanda del genere può sembrare incredibile, ma purtroppo è opinione abbastanza diffusa che il Parco liberi vipere all’interno del suo territorio. Ovviamente non è vero, dato che tale attività non ha alcun senso. Si tratta di una classica “leggenda metropolitana” (in questo caso “montana”) priva di qualsiasi fondamento.

Se avete altre domande sul Parco, le sue attività, ciò che è permesso e ciò che è regolamentato, non esitate a contattarci; per farlo potete:
inviare una e-mail all’indirizzo info@dolomitipark.it
– scrivere a: Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Piazzale Zancanaro, 1 32032 Feltre (BL)
– telefonare alla sede del Parco (Tel. 0439/3328)