L’articolo 14 della legge 394/91 elenca, nel rispetto delle finalità del Parco, le iniziative per favorire lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni residenti.
Tali iniziative sono pianificate in modo organico dal Piano Pluriennale per lo Sviluppo Economico e Sociale (PPES).
Il PPES del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è stato appro
vato dalla Regione Veneto il 21 novembre 2000.
La redazione del P.P.E.S. è stata fortemente condizionato dal fatto che il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi é un parco atipico; i suoi confini tracciati lontano dalle presenze antropiche fanno infatti mancare società ed attività economiche, i soggetti stessi del piano.
L’art. 14 comma 1º della L.394/91 estende l’ambito di interesse del P.P.E.S. anche ai territori “adiacenti” al parco, nei quali vivono ed operano le comunità sociali ed economiche che consentono al parco di vivere e che dal parco possono trarre occasioni per uno sviluppo indotto nella linea della sostenibilità. L’allargamento dell’area di riferimento a questi territori consente di attivare una compiuta programmazione di gran parte delle attività riferite all’accoglienza dei visitatori, al sostegno e riconversione delle attività economiche presenti o comunque connesse al parco, agli aspetti attinenti alla popolazione residente di riferimento, realtà che il Piano del Parco non ha potuto compiutamente affrontare in quanto esterne al perimetro del Parco stesso.
Struttura del P.P.E.S.
Il Piano è strutturato secondo un principio a cascata a partire da tre fondamentali linee di intervento (ambiente, sistema economico e sociale, modalità di gestione), per ciascuna delle quali si sono determinati sintetici obiettivi strategici raggiungibili attraverso specifiche politiche di intervento, che si articolano in azioni concrete
Principi, obiettivi, linee di intervento
I principi ispiratori del piano, utilizzati costantemente nella sua stesura, sono i seguenti:
- il P.P.E.S. é uno strumento di concertazione nella redazione e nella gestione
- collaborazione, concorsualità, solidarietà e concorrenza tra comunità
- il parco occasione per ridefinire in senso ecocompatibile i rapporti socio-economici
- il parco è una risorsa produttiva nel momento in cui la si utilizza investendo nel rispetto dei suoi valori e finalità istitutive, anche fuori dai suoi confini
- le differenze nell’ambito della comunità sono elementi di forza
- sia nelle analisi che nella sintesi finale, la comunità va considerata come un sistema complesso;
A partire da tali principi sono state determinate le tre linee guida precedentemente citate che, in ordine funzionale ma anche gerarchico, sono le seguenti;
1 – Tutela del patrimonio ambientale e del paesaggio umano
Il sistema ambiente della comunità non si esaurisce entro i confini del parco ma si estende in molti casi anche fuori dei suoi confini. Il sistema di funzioni del parco è strettamente correlato con l’ambiente che lo circonda a partire dalle emergenze, quali il corso di torrenti, i boschi, i biotopi di pregio e in generale i corridoi e gli accessi naturalistici al parco stesso, fino alla ordinaria gestione del territorio della comunità, a maggior ragione in un parco come questo.
La rete di relazioni tra ambiente, società ed economia, è più estesa e più fitta di quel che si percepisca normalmente ed è necessario che i valori dell’ambiente naturale diventino una linea di condotta strategica anche fuori del parco e anche negli ambiti che solo apparentemente appaiono scollegati da esso.
Sottolineare questo è di fondamentale importanza perché l’ambiente rurale della comunità ha un elevatissimo indice di complessità biologica ed ospita molte specie vegetali ed animali non presenti all’interno del parco che trovano condizioni ideali nell’ambiente coltivato.
Questa linea di intervento trova pertanto il suo scopo fondamentale nella tutela dei valori antropici intesi come paesaggio rurale, strutture del patrimonio edilizio e storico antropologico, sottolineando il valore della presenza umana nel territorio rurale e montano intorno e dentro al parco. Tale presenza è costante, leggibile e profondamente incisa nel territorio e ne ha segnato l’evoluzione anche nelle aree di spiccatissima wilderness. Questo stretto legame degli uomini con il territorio che li ospita è un patrimonio di culture formidabile ed è la risorsa su cui edificare lo sviluppo sostenibile.
2 – Sviluppo delle comunità residenti con attività economiche sostenibili
La seconda linea d’intervento mira a due obiettivi strategici che sono lo sviluppo delle attività sostenibili e la valorizzazione delle risorse umane. Le attività sostenibili più accessibili in questo primo quadriennio sono riferibili ai quattro ambiti d’attività del primario biologico, del turismo dolce, dell’artigianato e del commercio.
3 – Migliorare l’efficienza del sistema-parco
La funzionalità del sistema sociale della comunità rurale dell’area di piano è fortemente compromessa, in particolare in quota e nelle aree marginali. Questo progressivo indebolimento e, in alcuni casi, totale abbandono è perfettamente leggibile dalle analisi allegate al piano. Inevitabile che in comunità, con equilibri così gravemente compromessi, sia necessario dare una consistente iniezione d’efficienza e nuovi elementi di sviluppo endogeno indotto dal parco e dalla comunità. Con singolo riferimento all’attività dell’Ente Parco e della Comunità del Parco si sono pertanto individuate una serie di azioni immediatamente cantierabili affinchè questi soggetti possano massimizzare le proprie capacità d’azione.