Il progetto
Nell’ambito del progetto di ricerca “Monitoraggio della biodiversità in ambiente alpino” il Parco ha incaricato il Museo di Storia Naturale di Venezia di realizzare un’indagine per il fototrappolaggio di mustelidi e gatto selvatico.
Le informazioni ottenute attraverso quest’indagine sono importanti per realizzare una pianificazione e gestione coerenti con le necessità di tutela e conservazione delle specie individuate.
Gli obiettivi
In accordo con le finalità di tutela e di promozione della ricerca scientifica in campo naturalistico del Parco, gli obiettivi dell’indagine sono:
- approfondire il quadro conoscitivo sulla presenza e distribuzione dei mustelidi nel Parco, attualmente frammentario e incompleto;
- verificare l’eventuale presenza del gatto selvatico nel territorio dell’area protetta, specie potenzialmente presente, ma, fino ad oggi, mai segnalata.
Aree studiate e metodologia d’indagine
L’indagine ha interessato 8 aree di studio comprese nel perimetro del Parco:
- Val del Mis
- Foresta di Caiada
- Valle Imperina – Cordevole
- Valle di San Martino
- Val Pegolera
- Val Pramper
- Val Vescovà
- Val Canzoi – Piani Eterni
Nel corso del 2013 sono state fatte due sessioni di fototrappolaggio, da fine marzo a metà agosto e da fine agosto a metà ottobre.
L’indagine è stata condotta attraverso l’utilizzo di 18 fototrappole (infrared camera traps), posizionate in 35 differenti punti all’interno delle otto aree di studio.
Queste apparecchiature fotografiche, che permettono di registrare su supporti digitali (schede SD) sia immagini che video, si attivano grazie ad un sensore passivo (P.I.R.), un dispositivo sensibile ai raggi infrarossi che basa il suo funzionamento sul rilevamento termico dello spazio inquadrato. Appena il sensore rileva una differenza di temperatura, come ad esempio un corpo caldo che attraversa il campo inquadrato, fa scattare la fotocamera. Sono inoltre dotate di un illuminatore IR che permette di registrare immagini e video di notte ed in condizioni di scarsa luminosità mediante led infrarossi invisibili.
L’utilizzo di fotocamere ad infrarossi rappresenta un metodo efficace e non invasivo, particolarmente adatto per lo studio di specie elusive. Queste fotocamere permettono infatti di realizzare immagini e filmati di animali altrimenti assai difficili da incontrare, e risultano efficaci per diversi scopi, dal rilievo della semplice presenza di una specie, fino al riconoscimento individuale e alla stima del numero totale degli esemplari di una popolazione animale.
I risultati
L’indagine fotografica ha permesso di verificare la presenza di 4 specie di mustelidi tra quelle segnalate nel Parco: martora, faina, donnola e tasso. Nessun dato è stato raccolto a conferma della presenza del gatto selvatico nelle aree indagate.
Ogni fototrappola è rimasta in campo per circa 4 settimane per un totale di 977 giorni trappola e ha permesso di registrare complessivamente 945 record tra immagini e video.
Per quanto riguarda i mustelidi è stato possibile raccogliere 72 record, 55 immagini e 17 video, riguardanti le 4 specie individuate e suddivisi in 21 eventi di fototrappolaggio (giorni positivi per specie target), di cui 6 riguardanti faina, 7 tasso, 3 martora, 1 donnola e 4 non hanno permesso di giungere all’identificazione della specie.
In particolare, la presenza della martora è la conferma dell’altissimo valore naturalistico di alcune delle più estese foreste del Parco: la Foresta di Caiada e quella della Val Vescovà. In questi ambienti, la presenza di esemplari maturi di Faggio, Abete bianco e rosso, assieme a quella di un ricco sottobosco, rappresentano luoghi ideali per questo carnivoro dalle abitudini parzialmente diurne.
L’indagine ha inoltre permesso di individuare la presenza della faina nella Valle del Torrente Cordevole ed in Val Pegolera (entrambe località non segnalate in precedenza), sia in boschi di latifoglie che in boschi misti in una fascia altitudinale compresa tra i 500 e gli 800 metri di quota. La specie è stata contattata sempre in orario notturno, confermando la sua elusività.
La donnola è stata fotografata solo Val Pramper, dove non era mai stata segnalata in precedenza, in una mugheta a 1800 metri di quota, confermando l’attività diurna di questa specie e la presenza anche a quote elevate (F.lla Nerville, 1953 m).
Il tasso, invece, è stato individuato in 4 aree di studio: foresta di Caiada, Val Canzoi (località note), Val del Mis e Val Pramper. Questa specie è stata fotografata in quattro ambienti differenti: in boschi maturi, in boschi misti con acero di monte e nocciolo, in boschi misti di ontano, nocciolo, abete rosso e acero montano e nei mugheti d’alta quota, interessando una fascia altitudinale compresa tra i 550 e i 1870 metri di quota e dimostrando una notevole plasticità ecologica. La fascia oraria in cui è stato possibile contattare la specie è quella compresa tra le 22 e le 6 del mattino, confermando l’attività prevalentemente notturna del tasso.
Le indagini svolte dal gruppo di lavoro (formato da Mauro Bon, Arianna Spada, Fabio Dartora e Enrico Romanazzi) hanno permesso di integrare le conoscenze sulla distribuzione dei mustelidi nel Parco. Si tratta di uno studio preliminare, tuttavia l’esperienza maturata rappresenta una base per future e più esaustive ricerche, mirate ad aumentare le conoscenze su queste specie particolarmente elusive.
Il risultato del 2014: segnalato il gatto selvatico
Il 4 ottobre 2014 una fototrappola installata nel settore nord orientale del Parco, nel bacino del torrente Maè, ha ripreso un esemplare di gatto selvatico.
Il dato è di estremo interesse scientifico: si tratta infatti solo della terza segnalazione di questa specie in Veneto, la prima in provincia di Belluno.
Le precedenti risalgono al lontano 1983 (esemplare abbattuto sul monte Millifret, nel settore trevigiano del Cansiglio) e al 2002 (esemplare investito nei pressi di Vittorio Veneto sempre in provincia di Treviso).
Serata divulgativa di Sedico
Il 13 febbario 2015 si è svolta a Sedico, organizzata dal Parco Nazionale e dalla Provincia di Belluno, una serata divulgativa sul gatto selvatico.
Nel corso della serata Luca Lapini, del Museo Friulano di Storia Naturale, ha spiegato come riconoscere il gatto selvatico da quello domestico e analizzato la situazione distributiva della specie nell’Italia nord orientale.
Arianna Spada, Mauro Bon e Fabio Dartora, del Museo di Storia Naturale di Venezia, hanno invece illustrato i risultati raccolti nel 2013-2014 con il progetto di fototrappolaggio nel Parco.
Guarda il Video sul Fototrappolaggio
Guarda il Video del Gatto selvatico
Bon Spada risultati fototrappolaggio nel PNDB 2014 (PDF – 1.954,2 Kb)
Lapini: il gatto selvatico nell’Italia nord-orientale (PDF – 2.796,5 Kb)