Obiettivi
Partito nel 2009, grazie ad un cofinanziamento della Fondazione Cariverona, è un progetto pilota per la conservazione della biodiversità negli ambiti prativi del Parco.
Le attività proseguono tuttora, grazie al finanziamento del Parco e del Ministero dell’Ambiente.
I prati sparsi lungo i versanti meridionali delle Dolomiti Bellunesi sono tra gli ambienti di maggiore biodiversità e valenza naturalistica e paesaggistica del Parco.
L’abbandono delle tradizionali attività di sfalcio mette però a rischio la sopravvivenza di tali ambienti, molti dei quali inseriti tra gli habitat “Natura 2000”, che necessitano di particolare tutela alla luce della Direttiva 92/43/CEE.
Dove i prati non vengono sfalciati si assiste non solo alla perdita di superficie per l’invasione da parte di alberi ed arbusti (si stima un’avanzata del bosco pari a circa 1-1,5 m/anno), ma anche alla modifica della composizione floristica, con la scomparsa di specie rare, come ad esempio molte orchidee.
Il progetto prevede lo sfalcio di prati un tempo utilizzati per la produzione di fieno, oggi abbandonati, e lo studio delle differenze nell’evoluzione della vegetazione nei prati sfalciati rispetto a quelli non più utilizzati. Questo studio potrà avere importanti ricadute gestionali per pianificare e realizzare interventi analoghi in altre zone dell’area protetta e all’esterno del Parco.
Interventi
Le praterie interessate dal progetto di sfalcio sono localizzate in due distinte aree: il Col dei Cavai (tra i comuni di Pedavena e Sovramonte) e il Monte Grave (nel Comune di Feltre).
La prima area, estesa su oltre 50 ettari è stata falciata manualmente con regolarità fino agli anni ’60-’70 del secolo scorso
Le praterie del Monte Grave, anch’esse non più utilizzate da tempo, si estendono su circa 26 ettari e hanno subito un progressivo impoverimento del numero di specie presenti.
Sono previsti l’eliminazione della vegetazione arbustiva che ha invaso i prati e lo sfalcio dell’erba.
Gli interventi interessano complessivamente un’area di 25,6 ha sul Col dei Cavai e di 21,6 ha sul Monte Grave.
Per studiare l’effetto degli interventi sull’evoluzione della vegetazione alcune aree campione sono risparmiate dal taglio.