La ricerca scientifica è una delle finalità dei Parchi nazionali e il necessario presupposto a tutte le altre attività di protezione.
Per questo il Parco, fin dalla sua nascita, ha investito molte risorse nelle attività di studio e ricerca.
Gli studi del Parco prolungano una consolidata ed antica tradizione: la flora, la fauna, la geologia delle Dolomiti Bellunesi sono infatti, da secoli, oggetto dell’attenzione di scienziati e studiosi.
A titolo d’esempio possiamo ricordare il Codex Bellunensis: splendido erbario figurato dell’inizio del 1400, che illustra e descrive oltre 200 specie, raccolte sulla Talvena, sul Serva e in altri monti oggi inclusi nel Parco; gli studi botanici compiuti nel ‘700 da Antonio Tita, Gian Girolamo Zannichelli e Pietro Arduino e quelli ottocenteschi di Alessandro Francesco Sandi e Francesco Facchini; il volume “Le Alpi Feltrine”, pubblicato nel 1907 da Giorgio Dal Piaz, che costituisce un caposaldo nello studio geologico dell’area dolomitica.
In venti anni di vita il Parco ha finanziato direttamente o sostenuto la realizzazione di circa 150 progetti di studio.
Sono state stilate check list dettagliate delle specie vegetali e animali presenti nel Parco: un “inventario della biodiversità”, che è stato di grande utilità per elaborare gli strumenti di pianificazione (Piano del Parco e Piano di gestione SIC-ZPS).
Per i Vertebrati, oltre alla semplice indagine qualitativa, sono state condotte le seguenti indagini quantitative:
- pesci: monitoraggio dei principali corsi d’acqua condotto annualmente, a partire dal 1996, con una rete predefinita di stazioni di campionamento.
- Ungulati: censimento con il metodo dei percorsi campione per camoscio, cervo e muflone. Per il cervo sono stati condotti anche censimenti al bramito, mentre per il capriolo sono stati fatti censimenti in battuta.
- Gallo cedrone e fagiano di monte: censimenti primaverili a partire dal 1996 sulle arene di canto e censimenti estivi con l’ausilio di cani da ferma, per valutare il successo riproduttivo. Dal 2007, per il gallo cedrone, il censimento sulle arene di canto è stato sostituito dalla ricerca di indici di presenza su percorsi campione.
- Coturnice e pernice bianca: censimenti con il metodo dei percorsi campione.
- Aquila reale: uscite contemporanee in periodo riproduttivo, per definire gli areali delle coppie riproduttive. Individuazione e censimento dei nidi, con sorveglianza degli stessi nei periodi riproduttivi, per stabilire la produttività di tutte le coppie presenti nell’area protetta.
Altre ricerche sono invece di taglio più applicativo, come la valutazione del valore deflusso minimo vitale per alcuni corpi idrici, o gli studi di fattibilità per valutare le possibilità di reintrodurre alcuni animali, com’è avvenuto nel caso della marmotta, dello stambecco e del grifone.
Tra i lavori dedicati ai vertebrati possiamo citare la reintroduzione della marmotta, l’atlante degli Uccelli nidificanti, realizzato in collaborazione con la LIPU, che ha richiesto tre anni di indagini sul campo; lo studio sui Pipistrelli: gruppo di prioritario interesse conservazionistico, presente nel Parco con ben 11 specie; e il progetto di fototrappolaggio dei mustelidi.
Importanti ricerche sono state condotte anche sulla fauna invertebrata, in particolare sui Molluschi terrestri e d’acqua dolce (di cui sono state censite 134 specie); sulle farfalle diurne (presenti con 96 specie, pari 40% di quelle presenti in Italia); sui Lepidotteri notturni (presenti con 435 specie) e sugli Ortotteri (grilli e cavallette).
Di grande interesse sono le ricerche sulla fauna sotterranea: recenti indagini hanno permesso di scoprire 5 specie nuove per la Scienza, che vivono nel complesso carsico dei Piani Eterni. Si tratta di tre Crostacei dei generi Lessinocamptus, Bryocamptus e Speocyclops, dell’Anellide Rhyacodriloides aeternorum (un genere fino ad oggi conosciuto solo per il lago Baikal) e di un Nematode del genere Theristus.
Molte ricerche sono state finalizzate alla mappatura degli habitat presenti nel Parco. Sono stati così censiti, cartografati e inseriti nel Sistema Informativo Territoriale del Parco le superfici boscate e quelle ricoperte da prati e pascoli. Queste informazioni sono fondamentali per progettare gli interventi di gestione del territorio e per valutare, nel tempo, l’efficacia dell’azione del Parco nel conservare gli ecosistemi più rari, delicati o pregiati dal punto di vista naturalistico.
Accanto alle ricerche commissionate a ricercatori ed Istituti Universitari l’archivio del Parco è arricchito dalle oltre 100 tesi di laurea di studenti che si sono dedicati allo studio di quest’area.