Fava

Ortaggi

Scheda agronomica

Classificazione botanica:

  • Famiglia: Leguminose
  • Genere: Vicia
  • Specie: Vicia faba
  • Varietà: Fava tipo Major
  • Popolazione: Fava bellunese

Descrizione aspetti biologici e vegetativi:

  • Ciclo della pianta: annuale a sviluppo semi determinato
  • Portamento: eretto, a tendenza procombente
  • Germinazione del seme: ipogea
  • Altezza della pianta a maturazione: da 70 a 100 cm
  • Epoca di fioritura: molto variabile (inizio da 35 a 55 gg dalla semina)
  • Durata delle fioritura: molto variabile (da 50 a 65 gg)
  • Impollinazione: incrociata e per lo più entomofila
  • Epoca di semina: 2^ decade di aprile
  • Epoca di maturazione e raccolta: 2^ decade di settembre

Descrizione botanica dell’apparato radicale:

  • Tipologia: fittonante, robusto e dotato di ramificazioni laterali
  • Sviluppo: medio profondo
  • Simbiosi: presenti evidenti e ricche forme mutualistiche con formazioni di numerosi tubercoli radicali per lo più presso il centro del sistema radicale

Descrizione botanica dello stelo:

  • Consistenza: erbaceo, rigido
  • Forma e sezione: tetragona (quadrangolare) di 4 mm di diametro, con spigoli evidenti, fistoloso (cavo internamente)
  • Colore e caratteristiche superficie: verde e glabro
  • Branche e ramificazioni: presente talvolta una ramificazione basale ascendente (raramente due)

Descrizione botanica delle foglie:

  • Tipologia delle foglie: alterne, paripennate, costituite da 2 fino a 7 foglioline
  • Inserzione delle foglioline: opposta per le due foglioline terminali e alterna per le rimanenti
  • Forma delle foglioline: ellittico-ovali (lunghezza pari al doppio o poco meno, della larghezza)
  • Margine: intero
  • Apice: mucronato
  • Nervature: penninervie
  • Consistenza: erbacea e carnosetta
  • Colore e caratteristiche della pagina superiore: verde opaco e glabra
  • Colore e caratteristiche della pagina inferiore: verde cenerognolo e glabra
  • Larghezza delle foglioline: da 3 cm a 5,8 cm
  • Lunghezza delle foglioline: da 7 cm a 14 cm
  • Stipole: presenti e ben sviluppate, acuminate e denticolate
  • Persistenza delle foglie: sino al 90% dei baccelli secchi

Descrizione botanica del fiore:

  • Tipologia: racemo ascellare
  • Caratteristica del fiore: costituito da un calice con sepali saldati alla base, una corolla di 5 petali e un peduncolo breve
  • Numero di fiori per grappolo: da 3 a 7
  • Colore del fiore: bianco, con leggere sfumature violacee. Ali con evidenti e ampie macchie nere marroni scuro frastagliato

Descrizione botanica del frutto:

  • Tipologia del frutto: baccello classico a 2 valve derivato da foglie metamorfosate, indeiscente a maturità a portamento eretto
  • Numero di semi per baccello: da 2 a 4 semi (solitamente 3)
  • Numero di baccelli formati e maturi per pianta: molto variabile (da 6 a 12)
  • Forma: cilindrico, rigonfio in corrispondenza dei semi e con rostro finale incurvato
  • Curvatura: lineare o talvolta leggermente arcuato
  • Sezione: rotonda-ellittica
  • Peduncolo: presente
  • Colore allo stato secco: bruno scuro – nero
  • Colore allo stato fresco: verde intenso
  • Lunghezza del baccello: da 4 a 7 cm
  • Larghezza del baccello: da 2,2 a 3 cm
  • Lunghezza del rostro di punta: da 0,4 a 0,7 cm
  • Distribuzione nella pianta: per lo più nella parte mediana dello stelo

Descrizione botanica del seme:

  • Forma: ovale o leggermente quadrangolare, appiattito irregolarmente
  • Colore: variabile e non omogeneo, con colorazioni beige, nocciola, marrone chiaro e violetto. Assenza di venature o screziature evidenti
  • Ilo: situato all’estremità anteriore del seme, infossato e di colore nero o marrone molto scuro
  • Colore del contorno dell’ilo: identico al resto del seme
  • Peso di 100 semi: 120 g
  • Lunghezza: 19 mm
  • Larghezza: 13 mm
  • Spessore: 7 mm

Descrizione aspetti ecologici, agronomici e produttivi:

  • Habitat di crescita: richiede terreni fertili e ben dotati dal punto di vista idrico. Tollera terreni pesanti e ricchi in acqua, ma non a lungo asfittici. Mediamente resistente alle basse temperature. Suscettibile di coltivazione fino a 1500 metri s.l.m.
  • Avvicendamento colturale: è un’ottima coltura miglioratrice con buona capacità di fissazioni di azoto atmosferico
  • Sistema di coltivazione: si effettua la semina primaverile a file semplici o binate, sono previste concimazioni organiche e se del caso minerali a base di fosforo, potassio, calcio e magnesio, necessarie sono scerbature e/o sarchiature nell’interfila.
  • Problematiche: si registrano grandi mutevoli comportamenti nella stessa varietà, a seconda dell’habitat di coltivazione in relazione soprattutto alla produzione fiorale e relativi frequenti aborti (bassa proporzione di fiori che si trasformano in legumi).
  • Suscettibilità ai patogeni: nelle zone di fondovalle e a maggior diffusione di coltivazioni di altre specie, si registrano elevate suscettibilità ad attacchi fungini e parassitari, fra i quali Muffa grigia, Ruggine, Peronospora e Afidi.
  • Resistenza all’allettamento: bassa, spesso si rende necessario l’adozione di tutori in considerazione della tendenza procombente dello stelo
  • Produttività per pianta: molto variabile, soprattutto in relazione ai frequenti aborti fiorali. Si possono stimare, in pieno campo produzioni di circa 30-50 grammi per pianta.
  • Produttività in pieno campo: molto variabile, oltre ai frequenti aborti fiorali vi sono diversissime modalità di densità di semina che possono andare dalle 6 alle 20 piante per mq. Mediamente in colture ortive di carattere famigliare e in zona di montagna, in semina per file semplici o binate, si possono stimare produzioni di circa 220-250 kg di prodotto secco ogni 1000 mq di superficie coltivata.
  • Organi vegetali da raccogliere: Sia baccelli allo stato fresco per consumo fresco del seme, sia molto più frequentemente baccelli secchi per consumo secco del seme

Testimonianze

I files audio delle testimonianze
Vengono allegati alcuni brani significativi delle interviste condotte da Nadia Breda e Barbara De Luca nel corso delle ricerche etnobotaniche.
Si riporta di seguito una breve sintesi del contenuto dei diversi brani.

  • Vecchie varietà di mele e pere (mp3 – 02:23 – 428kb)
    L’anziana interlocutrice, intervistata nella cucina di casa sua, descrive alcune vecchie varietà di mele e pere che ricorda di aver visto e ne illustra le caratteristiche. Cita in particolare i pér Canarìn, i pér da le Tharpe e i pér Torondèi.

  • Il ruolo dell’emigrazione nella creazione delle varietà di mele e pere (mp3 – 15:36 – 2,6Mb)
    L’interlocutore incontrato descrive e disegna alcune vecchie varietà di mele e pere di cui ricostruisce anche la singola storia. Molti esemplari che lui ricorda di aver visto (molti dei quali oggi non sono più rintracciabili) erano varietà importate da suo padre o da altri emigranti dall’America, e dall’Africa. Nomina in particolare le seguenti varietà: i pér Anguriéta, pér de Agosto, pér Sangonèi, pér e pón de Pin, pér Thucherìn, pón de l’Òio, de santa Anna, Americani, dell’inverno, pér de la Mèrdha.

  • Gestione di vecchi meli e peri (mp3 – 7:19 – 1,2Mb)
    L’interlocutrice, intervistata nella sua casa, racconta delle piante che aveva nei suoi campi, di come erano curate e dell’uso che ne facevano. Descrive le caratteristiche delle varietà di pér Spada, pér del Diàol, pér de la Favorita, pér de san Piero, pér Moscatèi.

  • Gli innesti (mp3 – 7:29 – 1,2Mb)
    L’interlocutore, intervistato mentre eseguiamo un percorso nei suoi campi, dove si trovano le piante di cui ci parla, descrive come praticasse gli innesti, quali fossero le piante innestate e coltivate già da suo padre e quali le sue, le modalità di rifornimento del supporto selvatico per la pratica dell’innesto. Racconta di ogni pianta descrivendola dal vivo, e ricordando altre piante non più presenti ma di cui ricorda la “biografia” particolare di ognuna.

  • I fagioli (mp3 – 10:11 – 1,7Mb)
    L’interlocutrice racconta delle sue produzioni di fagioli mentre ce li mostra estraendoli da grandi sacchetti dove li conserva. Racconta e confronta i fagioli di Lamon e i fagioli gialét , descrive le cure che vi dedicavano al momento della semina e in quello della raccolta, lo scambio delle sementi, le modalità di conservazione e i problemi di ibridazione dei semi. Conclude parlando dell’”occhio del fagiolo”.