Il progetto, concluso nel 2003, aveva quattro obiettivi:
- valutare lo stato gestionale ed ambientale delle praterie
- definire i criteri di gestione dei prati e delle malghe
- riqualificare il sistema foraggero-zootecnico dei Comuni del Parco
- informatizzare la cartografia.
Tutte le superfici prative presenti all’interno del Parco sono state censite, classificate dal punto di vista fitosociologico e catalogate dal punto di vista gestionale.
E’ stato così realizzato un catasto digitale (inserito nel Sistema Informativo Territoriale del Parco) dei prati e dei pascoli presenti all’interno dell’area protetta.
In questo modo si dispone di uno strumento gestionale di facile e rapido aggiornamento e di un indispensabile “supporto cartografico” per sviluppare progetti di gestione e manutenzione delle superfici erbose.
Complessivamente queste aree si estendono su 3.366 ettari, pari a quasi l’11% della superficie del Parco (Cartografia Prati e praterie del Parco)
Dal punto di vista gestionale prati e pascoli sono stati classificati in 6 diverse classi:
- prati utilizzati o utilizzabili a fini zootecnici e prati sui quali è prioritario il mantenimento della cotica erbosa
- pascoli di malghe attive e praterie contigue ad esse purché non comprese nel punto 4
- prati e praterie sulle quali è difficile eseguire interventi meccanici finalizzati al mantenimento della cotica erbosa
- prati e praterie alpine dove è precluso l’intervento dell’uomo: comprendono le superfici che ricadono in Zona A (Riserva integrale) o in Zona B2
- prati tecnici, senza alcuna velleità produttiva sui quali è necessario effettuare interventi di governo della vegetazione erbacea ed arbustiva: per la maggior parte comprende aree di rispetto a strutture
- pascoli di malghe abbandonate e praterie alpine limitrofe purché non comprese nella classe 4.