Le escursioni termiche e gli agenti meteorici causano la progressiva alterazione delle rocce calcaree e dolomitiche, il cui disfacimento origina caratteristici accumulo detritici alla base delle pareti rocciose.
Questi ambienti, apparentemente sterili ed inospitali, sono colonizzati da particolari tipi di vegetazione pioniera, la cui composizione varia con le dimensioni e il grado di mobilità dell’accumulo.
Nel Parco tali aspetti assumono grande rilievo naturalistico per la presenza di importanti specie botaniche quali l’Alisso dell’Obir (Alyssum ovirense), l’Erba storna di Kerner (Thlaspi minimum), la Cortusa di Mattioli (Cortusa matthioli), la Speronella alpina (Delphinium dubium), la Coclearia alpina (Rhizobotrya alpina).
Sui detriti lungamente innevati si trovano le comunità di salici nani (Salix erbacea, S.retusa, S. reticolata) e numerose altre specie specializzate.
Fra gli animali che frequentano abitualmente le zone detritiche si ricordano il sordone, il fringuello alpino, la pernice bianca, il culbianco e il codirosso spazzacamino.
Se il tempo è piovoso si può trovare, nascosta tra l’erba o sotto una pietra, la poco frequente salamandra nera.