Una delle principali motivazioni scientifiche della nascita del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è la grande ricchezza e rarità della sua flora. Fin dal 1700 le Vette di Feltre, e anche il M. Serva, godettero di meritata fama e furono visitate da alcuni tra i maggiori botanici del tempo.
La British Library di Londra conserva il Codex Bellunensis, prezioso erbario figurato degli inizi del 1400, che illustra e descrive piante raccolte da botanici-farmacisti sulle montagne che oggi fanno parte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
La flora vascolare (piante con fiori ed altre, come le felci, dotate di radici, fusto e foglie) ha una consistenza di circa 1.400 entità (1/4 della flora dell’intero territorio nazionale) e tra queste non sono poche quelle che meritano di essere ricordate perché endemiche, rare, o di elevato valore fitogeografico.
La parte più meridionale è la più ricca in quanto meno devastata dalle glaciazioni e sono quindi potute sopravvivere specie antiche. Molto numerose sono le presenze localizzate di specie rare o che qui si trovano al confine del proprio areale. Oltre al contingente alpino propriamente detto (e in particolare di quello orientale), boreale ed eurasiatico – temperato, ben rappresentate sono le specie a gravitazione orientale (illiriche, pontiche, sud-est europee) e quelle delle montagne circummediterranee (mediterraneo-montane).
Scopri i nomi delle piante del Parco
In collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, il Parco ha realizzato due strumenti elettronici per identificare la flora:
- una chiave digitale per non esperti, che consente di dare un nome alle specie osservate grazie ad un sistema semplice, intuitivo ed interattivo
- una applicazione per smartphone che, una volta scaricata sul telefonino, può essere utilizzata anche in assenza di connessione di rete (caso frequente durante le escursioni in montagna).
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Tutti gli strumenti digitali di classificazione sono stati realizzati nell’ambito del progetto Dryades, branca italiana del progetto europeo “Key to Nature”, e sono parte del progetto di monitoraggio e conservazione della biodiversità in ambiente alpino” finanziato dal Ministero dell’Ambiente.
Vedi anche Giardino botanico Campanula morettiana: La flora del Parco a portata di tutti