Casèra de i Rónch

Casera dei Ronch
(foto di: Stefano Mariech)

Ubicazione: località Casèra de i Rónch de Pian de Fontana – Comune di Longarone (Bl)

Accesso: da Soffranco (S.S. 251 a 6 Km da Longarone) ci si inoltra lungo la Val del Grìsol fino al Pónt de la Costa Granda (3,5 Km), oltrepassato il ponte si segue la strada forestale che sale lungo il fianco destro della Val dei Ross (cartello indicatore per il Rifugio Pian de Fontana); lasciata l’eventuale automobile dopo circa 1 Km (al Pont dei Ross, quota 765 m), si prosegue lungo il sentiero che conduce al Rifugio (segnavia CAI 520), fino a quota 1388 m dove si incontra l’insediamento rurale di Casèra de i Rónch (1,30-2,00 ore di cammino).

Contesto ambientale – Descrizione del sito: La Val del Grìsol, posta ai margini del settore nord-orientale del Parco, offre un ambiente particolarmente ricco di valenze naturalistiche (interesse geologico e vegetazionale) e storico antropiche; perpendicolare alla Valle del Maè, nella quale sfocia all’altezza di Soffranco, costituisce un’importante via di accesso all’area protetta. L’articolata rete sentieristica che dalla valle si dipana permette, tra l’altro, di raggiungere le zone di maggior pregio del gruppo montuoso della Schiara. La Val del Grìsol e le valli laterali che vi confluiscono (tra le quali la Val dei Róss), sono caratterizzate da versanti boscosi spesso ripidi, alternati da ripiani prativi; la vera ricchezza di queste valli era lo sfruttamento del bosco ma nonostante le sfavorevoli condizioni morfologiche, sono presenti anche numerose malghe che un tempo erano aperte al pascolo estivo montano. Al fine di sfruttare i pascoli dei diversi piani altimetrici, le malghe (sia di proprietà pubblica che private) erano organizzate a “grappoli” e collegate da una rete di mulattiere; sfruttati i pascoli più bassi, il bestiame spinto alla monticazione veniva condotto gradualmente ai pascoli posti alle quote superiori seguendo percorsi abituali. I pascoli d’alpeggio, abbandonata totalmente l’antica pratica della monticazione, hanno subito forti contrazioni a causa dell’invasione naturale del bosco e, in alcuni casi, dii interventi di rimboschimento artificiale.
Compresa nei confini amministrativi del Comune di Longarone, la Val del Grisol rientra solo parzialmente all’interno del Parco.

Epoca di costruzione: ignota.

Caratterizzazioni architettoniche: complesso rurale di malga di medio – piccole dimensioni. Elevato interesse storico-ambientale.


Tipologia insediativa (Descrizione dei fabbricati)
Il nucleo é composto da più edifici disposti su una stessa curva di livello, e ravvicinati fra loro, al centro di un versante prativo con pendenze anche accentuate: due stalle, una aperta e una chiusa, la casèra con il deposito dei prodotti caseari e il casello del latte sono gli elementi costruiti della malga, che poteva ospitare fino a 100 capi.Si tratta di costruzioni in parte in muratura, in parte in legno, con copertura in lamiera, e con caratteristiche costruttive strettamente connesse alle risorse disponibili.

  • La casèra è formata da una stanza adibita a cucina, con un focolare, per la cottura del formaggio e per il ristoro, aperto. La cucina dà accesso alla caneva, locale in cui vengono conservati su più scaffali i formaggi. Questo, di dimensioni ridotte, presenta poche e piccole aperture, che venivano schermate con tela di sacco per evitare che i prodotti potessero seccarsi.
  • Le stalle, costruite una interamente in legno, l’altra in muratura, sono a pianta rettangolare con copertura a due pioventi; poste in lieve pendio per facilitare le operazioni di pulizia, presentano ampie aperture sui lati corti per il passaggio del bestiame. All’interno, alle due estremità del manufatto, un tavolato di piccole dimensioni crea un vano nel sottotetto; qui veniva riposta una modesta quantità di fieno per le giornate in cui il pascolo era sconsigliato, ma vi dormivano anche i pastori di guardia.
  • Il casel del lat è separato dagli altri ambienti per le esigenze proprie del prodotto da conservare: nel casello il latte veniva depositato dopo le operazioni di mungitura del mattino e della sera. Ha la parete est con una grande caratteristica apertura (in origine con intelaiatura in legno, in modo che l’aria circolasse mantenendo una temperatura bassa all’interno del locale), le parti in muratura, anche delle altre pareti, presentano numerose feritoie che consentono una buona ventilazione senza lasciare entrare i raggi solari. All’interno, in una o più vasche di cemento, in origine in legno, nelle quali si riversa l’acqua gelida prelevata da una vicina sorgente o ruscello, si mantenevano freschi i recipienti del latte.

Usi originari – Condizioni / usi attuali
Strutture per l’alpeggio (ricoveri per il bestiame e per i pastori, locali per la conservazione, la trasformazione e il deposito dei prodotti caseari), in discreto stato di conservazione (gli stabili furono rimessi in sesto nel 1945), in disuso e abbandonate dal 1958.


Note
Malga I Ronch, tappa di uno dei tanti percorsi storici della monticazione del bestiame che interessava questa porzione del territorio, era legata a quella di Pian de Fontana (1632 m, ora adibita a Rifugio alpino) e de La Cengia (1346 m), tutte di proprietà del Comune di Longarone.
Il sentiero di collegamento tra I Ronch e La Cengia è stato recuperato dal PNDB recentemente con il ripristino della sentieristica della Val dei Ross.
A I Ronch venivano ospitati fino a 100 capi che vi pascolavano per 40 giorni (contemporaneamente anche nei pascoli de La Cengia dove erano presenti solo piccoli ricoveri) per poi salire alle quote più elevate di Pian de Fontana (da qui i vitelli venivano separati e spinti ancora più in alto a pascolare ne i Van de Zità a 2030 m in stupenda conca glaciale ai margini meridionali della quale sono visibili i resti di un ricovero in pietrame a secco); al ritorno verso valle il bestiame faceva nuovamente tappa a I Ronch dove si concludeva il periodo dell’alpeggio (che per le malghe comunali iniziava il 1°giugno e terminava il 7 settembre).
Casèra de i Rónch resta in attività fino al 1958, la malga di Pian de Fontana fino al 1968.


Bibliografia
De Vecchi G. – Tre aspetti delle attività silvopastorali nel Longaronese prima del 1963, Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e culturali, Serie “Quaderni”, N.3; Tip. Piave, Belluno 1977.